Qualche tempo fa ho partecipato alla presentazione di una nota azienda austriaca che commercializza sistemi letto di alta qualità. Una delle cose che mi ha maggiormente colpito durante la presentazione è che tale azienda offre la possibilità di posizionare un inserto imbottito di erbe alpine, fra materasso e lenzuolo. Oltre al gradevolissimo profumo emanato dall’inserto, ho appreso che la scelta delle erbe ha l’obiettivo di favorire il riposo e sfruttarne le congiunte proprietà terapeutiche. La pratica è antica ed è molto utilizzata nei centri benessere, sopratutto del nord Italia.

La fitobalneoterapia, nome tecnico utilizzato dai terapeuti, affonda le sue radici nell’antica usanza degli allevatori e contadini del Sud Tirolo, i quali al termine di una spossante giornata di lavoro avevano l’abitudine di stendersi su un letto di fieno appena tagliato, in mezzo al quale si trovavano casualmente numerose erbe alpine. Al risveglio il riposo si rivelava particolarmente rigenerante e molti acciacchi e dolori erano stati attenuati o in alcuni casi addirittura scomparsi. Sulla base di questa scoperta piuttosto casuale, i medici scoprirono che le cause del riposo terapeutico risiedevano proprio nell’azione congiunta delle erbe presenti in mezzo al fieno, dando vita alla tecnica della fitobalneoterapia come autentica terapia miorilassante. Oggi tale pratica è nota con il nome comune di Bagni di Fieno ed è un autentico toccasana.

I bagni di fieno portano molto giovamento a persone afflitte da dolori reumatici, alla schiena o soggette a crampi ed a tutte le patologie che in genere recano dolori muscolari congeniti o post traumatici, infiammazioni, artriti, spasmi muscolari e dolori da nervo sciatico. Secondo gli studi medici, le immersioni nel fieno portano grande giovamento anche a persone che soffrono di disturbi del sonno e della digestione, restituiscono vigore e tono a soggetti spossati fisicamente e psicologicamente, inoltre giovano grandemente anche alla pelle.

La pratica terapeutica segue delle regole precise. Per prima cosa il fieno deve rispettare norme di coltura incontaminata e biologica. Le immersioni devono essere totali (tranne il volto) e non troppo prolungate. Per trarne i maggiori benefici i trattamenti non dovrebbero essere sporadici ma seguire un percorso che varia dalle 8 alle 12 sedute, a seconda delle patologie e dei consigli medici. Per le stesse ragioni i cicli devono seguire precise procedure di immersione: i primi “bagni” sono di breve durata (10 minuti circa), per aumentare progressivamente sino a massimo 30 minuti per sessione. Durante le immersioni la fermentazione delle erbe porta la temperatura del fieno da 40 a 70 gradi, pertanto dopo l’immersione il corpo viene avvolto con teli per favorirne il raffreddamento graduale, mentre la sudorazione sortisce i suoi effetti benefici.

Le erbe principalmente utilizzate nei bagni di fieno sono:

Arnica montana (antinfiammatoria e analgesica)

Genziana (tonica e digestiva)

Achillea millefoglie (calmante e rassodante)

Hypericum (antidepressivo e antistress)

Timo (antibatterico e antinfiammatorio)

Aconito (ottimo per la circolazione)

Mirtillo (antiossidante)

Pulsatilla Alpina (sedativa ed analgesica)

Trifoglio (fitoestrogeno e lenitivo)

Rosa Damascena (idratante e antidepressiva)

Non mi resta che augurarvi un bel tuffo rigenerante in un mare di fieno!